Il libro del principe Dimitrie Cantemir "Descrierea Moldovei" (Descrizione della Moldavia) del 1716 fa riferimento a questa regione per il modo in cui la vita amministrativa era organizzata sotto forma di una "repubblica" composta da una quindicina di località che avevano leggi e giudici propri.
Le fasi dell'autodeterminazione sono le seguenti:
Il 14 ottobre 1918, su iniziativa di Sextil Puscariu, fu convocata a Cernauti l'Assemblea nazionale.
Quest'ultima si autoproclamò Assemblea Costituente e decise l'unione di "tutta la Bucovina" con le altre province rumene appartenute all'Impero austro-ungarico e la formazione di uno Stato nazionale indipendente.
In quel periodo nacquero il Consiglio nazionale, che rappresentava la Bucovina, e l'Ufficio esecutivo sotto la guida di Iancu Flondor.
Nella travagliata situazione della regione, il Consiglio nazionale chiede il sostegno dell'esercito rumeno.
Quest'ultimo inviò una divisione sul posto il 23 ottobre 1918 e informò il governo austriaco.
Il 12 novembre il Consiglio nazionale stabilisce le istituzioni dell'autonomia della Bucovina.
Il 15 novembre 1918, il Congresso generale della Bucovina vota per l'unione con la Romania.
Il re Ferdinando di Romania firma il decreto legge del 18 dicembre 1918 con cui la Bucovina entra a far parte dello Stato rumeno riunificato il 1° dicembre 1918.
Nel 1920, lo Stato rumeno sciolse per decreto le istituzioni regionali di Bucovina, Transilvania e Bessarabia.
Nell'autunno del 1920 avvenne l'unificazione monetaria, lo Stato romeno ritirò dalla circolazione il "lei" (moneta romena) emesso dai tedeschi, le corone austriache e i rubli.